IL PILATES COME CONTRIBUTO FUNZIONALE IN FISIOTERAPIA

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Pilates e Fisioterapia – Di Francesca Maria Vai, Fisioterapista a Torino.

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Il pilates nasce più di 70 anni fa come risposta al bisogno del suo inventore per far fronte ad una condizione di salute scadente. Verificata l’efficacia del suo “metodo”,  J. H. Pilates decide d’insegnarlo e di tramandarlo come mezzo utile al ricondizionamento fisico e all’acquisizione progressiva della “completa coordinazione di corpo, mente e spirito”.
Attualmente la disciplina del pilates sfrutta la respirazione profonda come elemento importante che da ritmo e coordinazione al movimento, valorizzando la combinazione di allungamento e rinforzo muscolari e ricercando costantemente quell’equilibrio di forze, che annulla l’inutile stress a carico di articolazioni e legamenti.

Perchè utile in Fisioterapia?

La fisioterapia moderna si propone l’obiettivo di recuperare la funzionalità delle parti del corpo che hanno subito una lesione, interessate da malformazioni o che risultano reduci da una malattia.
Qualsiasi sia la causa alla base della disfunzione, il fine olistico di noi fisioterapisti, è quello di aiutare la persona a ritrovare l’armonia e l’efficienza del suo movimento nella cornice sociale della sua quotidianità.
Ecco che il concetto di riabilitazione può ragionevolmente spostare il suo focus attentivo dalla struttura al movimento fisiologico.
Quest’ultimo deve potersi adattare in maniera più o meno efficace alle necessità di tutti i giorni, ragion per cui ha bisogno di energia, precisione, resistenza, allineamento, coordinazione, fluidità e controllo.
Tutte le caratteristiche appena menzionate sono i pilastri su cui si fondano gli esercizi del pilates.

Nella nostra società la grande percentuale dei casi di “mal di schiena” non viene diagnosticata in maniera specifica ed il problema pesa sempre più, non solo dal punto di vista dei costi socio- economici, ma anche per la mancanza di proposte specifiche di trattamento.
Trattandosi spesso di dolore associato ai gesti funzionali compiuti quotidianamente, in letteratura scientifica è ormai consolidata l’importanza di un programma riabilitativo che aiuti a recuperare il corretto schema di attivazione della muscolatura, in modo tale da conferire alla colonna vertebrale livelli sufficienti di flessibilità e sostegno.

Le problematiche del rachide, clinicamente legate all’ambito del movimento, possono portarci ad assumere un atteggiamento di paura verso il dolore e le normali possibilità motorie, adottando di conseguenza posture “protettive” o compiendo sequenze di movimenti che mostrano uno scarso controllo. Queste strategie, spesso inconsce, fanno insorgere uno squilibrio nella stabilità della colonna, determinando a sua volta lo scompenso degli elementi di forza ed elasticità dei muscoli, i quali finiscono per diventare sempre più vittime di meccanismi viziosi di contrattura rigida ed indebolimento, e così…ancora dolore!

A tal proposito, la tecnica del pilates, condotta da un accurato ragionamento clinico, può essere presa in considerazione come strumento di trattamento attivo, in linea con la visione olistica del paziente: le mobilizzazioni articolari, lo “stretching”, le tecniche di rilasciamento muscolare, gli esercizi di postura e allineamento, insieme alla parte educativa e al controllo delle emozioni, vengono rivisitate in maniera personalizzata e creativa .

Dopo una buona terapia manuale che agisca per lo scarico di pressioni articolari eccessive e che dia l’impronta per un corretto allineamento strutturale, un programma di esercizi mirati al movimento “globale” aiuta a condurre il prima possibile l’individuo alla normale funzione quotidiana.

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Infine…

Attraverso un raffinato e costante lavoro di coscientizzazione, il pilates clinico permette di lavorare in modo consapevole e sicuro, con differenti gradi di facilitazione, ma offrendo allo stesso tempo continui stimoli di esplorazione del proprio corpo, comprese quelle strutture più profonde che normalmente non siamo abituati a percepire e che fanno parte della cosiddetta “power house”.
Questa, definita anche “core”, rappresenta il sistema centrale da cui parte il lavoro di stabilizzazione, necessario per il supporto ai movimenti periferici degli arti, per la loro precisione e coordinazione, garantendo il maggior risparmio energetico con il minor sovraccarico articolare.

Dunque, con idonea analisi del contesto, a cominciare dalle caratteristiche e dai bisogni del paziente, la fisioterapia funzionale può “modellare” e far sue le basi di una tecnica nata in un contesto non scientifico: il principio “spirituale” secondo cui l’energia fisica esercitata dal “core” deve fluire in periferia per costruire forza e resistenza alle estremità si addice così all’evidenza riabilitativa di quanto sia fondamentale rieducare e conferire stabilità alla schiena, in ogni suo piano di movimento, per annullare le tensioni meccaniche che tendono ad accumularsi a carico di testa, braccia e gambe.

Restiamo a Vs disposizione per qualsiasi domanda e/o Consiglio in merito.

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Studio Fisioterapico Equilibrium – La Fisioterapia a Torino